Ringraziamo Francesca Pezzoli e Riccardo Lausdei per l’entusiasmante incontro di venerdì 4 dicembre sulla localizzazione dei videogiochi, uno sbocco lavorativo ideale per i laureati in traduzione specializzata che siano anche appassionati di videogame. Come suggerito dagli speaker, entrambi professionisti affermati nel campo della localizzazione, il candidato ideale per questo lavoro deve avere competenze linguistico-traduttive e familiarità con i videogiochi, il loro linguaggio e la loro “cultura”, il che non è per nulla scontato!
Durante l’incontro Francesca e Riccardo hanno messo a dura prova la nostra capacità di decifrare il significato di frasi e termini comuni in inglese, ma che in questo campo assumono un’accezione nuova e a volte inaspettata. Ad esempio, “hit the deck” significa “tutti giù!”, mentre “a sweeper may be able to counter-attack” appartiene al dominio calcistico e si può tradurre con “un libero potrebbe partire in contropiede”.
Sono stati poi sfatati alcuni stereotipi, ad esempio il fatto che il giapponese sia un requisito indispensabile per lavorare in questo settore o che i traduttori passino l’intera giornata a giocare (svelandoci invece che è molto più probabile passare intere nottate a tradurre). Il divertimento non sta nel giocare, ha detto Francesca Pezzoli, bensì nel creare il gioco ed esserne in qualche modo gli artefici, in particolare quando è necessario ricorrere alla propria creatività per trovare (esilaranti) soluzioni traduttive richieste dal processo di localizzazione.